Il clangore delle spade si mescolava alle urla dei ghoul. Veridia, con la cotta di maglia intrisa di fango e sangue, roteò la spada, recedendo di netto il braccio di un assalitore. Non c'era tempo per pensare alla paura, solo per sopravvivere. Rocca Chiara, era sotto attacco.
Lì nelle Terre di Confine, guerre e schermaglie erano all’ordine del giorno.
Ghoul; saranno stati attratti sicuramente da quelle maledette fosse comuni.
Pensò la giovane paladina, dandosi un attimo di tregua per sistemare i lunghi capelli dorati e pulendosi il viso dagli schizzi di sangue provocati dal nemico appena ucciso.
Nemmeno il tempo di recuperare l’arma che una lancia quasi le tranciava un orecchio.
-Verrà il giorno in cui prima o poi sbaglierai con quella lancia, Devis.
Esclamò Veridia rinfoderando l’arma.
-Beh
Rispose l’uomo che era appena apparso dalla foschia dovuta al fumo dei cadaveri bruciati.
-Meno male che ho colpito giusto in tempo quella creatura alle tue spalle, altrimenti non saresti stata qui a rinfacciarmelo.
Veridia aggrottò la fronte e scosse la testa dimostrando tutto il suo dissenso.
-Ci hanno mandato in un dannato cimitero Devis, non bastano due paladini, qui servirebbe un esercito, Rocca Chiara è perduta. Non credo avrebbe molto senso fondare una chiesa proprio qui, se non è oggi, sarà domani o il giorno ancora dopo. Questi territori sono spacciati.
-Eppure, combatti ancora.
Rispose Devis tossendo leggermente.
La paladina aggrottò nuovamente la fronte.
-Combatto perché Vanya stessa me lo ordina. È giusto salvare queste persone, ma non costringerle a rimanere qui.
Veridia camminò leggermente più avanti, il terreno non si distingueva dalla scia dei cadaveri morenti. La paladina si chinò per cercarne qualcuno ancora in fin di vita, prese ancora una volta la spada e, conficcandola nel terreno disse:
-Vanya, mia dea, ti prego, dai a queste persone ancora una volta la forza di combattere e rialzarsi, in modo tale che il male venga sconfitto e bandito da queste terre.
L’azzurro dei suoi occhi brillò per poi spegnersi subito, una leggera luce cominciò a uscire dall’elsa della spada fino ad espandersi. I corpi che sembravano senza vita adesso iniziavano a muoversi e il rumore del fango che si smuoveva interruppe quel macabro silenzio.
“Siamo vivi, le mie ferite, sono guarite!”
Esclamò qualcuno tra la piccola folla che si era creata.
Ma la gioia durò poco, la nebbia cominciò ad aumentare a dismisura, ricoprendo ogni cosa.
Si potevano sentire solo le urla delle persone che, correndo in preda al panico, cercavano di salvarsi.
-Devis!
Grido più volte Veridia. Senza ricevere alcuna riposta.
La paladina si rese conto che non avrebbe più ritrovato l’amico. La nebbia era troppo densa, il panico troppo grande. Con un nodo alla gola, pronunciò un'ultima preghiera, chiedendo alla dea di proteggerla. In quel momento, sentì una voce chiara e forte nella sua mente: "Il tuo coraggio sarà ricordato, Veridia. Ora, devi aiutare gli altri." Con rinnovata determinazione, la paladina si alzò in piedi e si mise a cercare i sopravvissuti.
Dalla nebbia erano emerse decine di ghoul. Senza interrogarsi più di tanto Veridia cominciò a correre con la spada sguainata, sfoderando tutto quello che aveva. I nemici sembravano avercela solo con lei. La sua spada scintillava alla debole luce della luna che filtrava attraverso la nebbia. Ogni fendente, ogni parata era un grido di sfida contro le creature oscure. Veridia sentiva l'adrenalina scorrere nelle vene, la paura si era trasformata in rabbia.
Con ogni ghoul che cadeva ai suoi piedi, la nebbia sembrava farsi più densa, quasi nutrendosi di quella violenza. Ma Veridia non si arrendeva, la sua fede la sosteneva.
Ad ogni colpo i ghoul sembravano aumentare sempre più, finché qualcosa di strano accadde. La sua spada cominciò a vibrare e, come se avesse una propria volontà cominciò a muoversi da sola e a guidarla verso un male più grande.
La nebbia finalmente cominciò a dissiparsi, lasciando lo spazio a una figura terrificante. Quello che forse era un uomo, ora sembrava essere solo una mummia vivente, dalle labbra secche, le ossa che uscivano dalle carni grigie e gli occhi scavati e neri come la pece.
Con un sorriso agghiacciante alzò lentamente un braccio.
Veridia sbarrò gli occhi, la paura la assalì come non mai, ma la spada non voleva saperne nulla, la guidava dritta verso quel mostro.
Le labbra di quella disumana figura si mossero mentre rimaneva ferma a indicare con un dito la paladina.
Veridia era ancora troppo lontana, quando vide Devis ai piedi di quella cosa.
Un lich forse? Pensò
Non ne aveva mai visto uno, ma le descrizioni che aveva sentito corrispondevano esattamente a ciò che aveva di fronte.
Devis sembrava stanco, come se avesse combattuto tutto il tempo e, con un ultimo sforzo toccò la gamba di quell’essere, una tenue luce bianca sembrò uscire dalla sua mano.
-Adesso Ver!
Gridò il compagno con tutto il fiato che gli era rimasto in corpo.
La spada lasciò le mani della sua proprietaria e, come un proiettile si conficcò nel petto scheletrico di quel cadavere ambulante che prima smise di sorridere e, con un bagliore dorato, implose.
Veridia rimase a terra e, stremata cercò di trascinarsi vicino al compagno. Devis giaceva a terra, ormai privo di forze.
-Ce la farai.
Lo rassicurò la paladina, posando una mano sul suo petto e recitando ancora una volta una preghiera.
E infine, sussurrando con gli occhi rivolti al cielo ringraziò la dea.
Devis cominciò a rialzarsi lentamente e, con il respiro affannato disse:
-Hai visto? Ora siamo pari.
Veridia sorrise all’amico per poi dirigersi subito all’interno delle mura cittadine, o quel che ne rimaneva e, rivolgendosi ai pochi superstiti rimasti esclamò:
-Oggi il bene ha trionfato, sono stata inviata da Thyatis per fondare una chiesa tra queste mura, una chiesa che porterà protezione, speranza. Mi chiamo Veridia Stern, Vanya, la Dea della Rinascita, mi ha scelta per guidarvi verso un futuro migliore. Vanya è la luce che illumina il cammino nei momenti più bui, è la forza che ci spinge a rialzarci dopo ogni caduta. In questa chiesa, troveremo rifugio e conforto, ma anche la forza per ricostruire le nostre vite e le nostre comunità!
Ci saranno altre guerre, ma se scegliete di avere fede in Vanya, nessuna sarà persa. La sua luce ci guiderà sempre verso la vittoria.
Insieme erigeremo un luogo sacro dove pregare, dove trovare conforto e dove celebrare la vita. Chiunque voglia unirsi a noi, chiunque voglia costruire un mondo migliore, è il benvenuto.
Tutti guardarono la paladina, e con un unico urlo gridarono insieme:
“Per Vanya!”